Marco Balbi, Santo De Dorigo

Il Fronte Scritto

Per un’epigrafia della Grande Guerra

Documenti di archeologia, 66
2020, 172 pp., a colori
Brossura
ISBN: 9788899547479

€ 32,00
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Sinossi

A più di un secolo dal termine della Prima guerra mondiale, i fronti di quel conflitto, in particolare quello italo-austriaco e franco-tedesco, sono ancora ricchi di testimonianze epigrafiche lasciate dai combattenti e dai civili coinvolti. Reperti che contribuiscono a costituire un “ambiente scritto” di grande suggestione e, soprattutto, una fonte fino ad oggi poco o nulla utilizzata per lo studio della cultura materiale di quell’evento, della vita quotidiana dei soldati, dei loro sentimenti e del loro atteggiamento di fronte alla morte. Dalle lapidi più elaborate al graffito più elementare inciso con una baionetta nel cemento fresco, le epigrafi sono ancora oggi fra le tracce più toccanti ed evocative tramandateci da quella immane tragedia. E se in Francia e in Belgio già da molti anni esse sono oggetto di studio (e tutela) da parte della comunità archeologica e accademica, in Italia sono ancora lasciate all’attenzione quasi esclusiva di appassionati volenterosi e generosi ma non sempre in possesso delle conoscenze e delle metodologie necessarie per un approccio corretto. Con questo volume, frutto di anni di ricerche e dedicato principalmente al fronte italiano e a quello dolomitico in particolare, si vuole indicare un approccio nuovo a questo affascinante tema, cercando di sistematizzare i dati oggi a nostra disposizione, offrire alcune riflessioni sulla genesi di questo fenomeno, sulle sue radici culturali, sulle tecniche utilizzate per la realizzazione dei manufatti, sui committenti e, infine, suggerire nuovi strumenti a chi voglia dedicarsi al rilevamento e allo studio dei reperti epigrafici della Grande Guerra: un patrimonio sorprendentemente ricco e allo stesso tempo fragile, per l’inclemenza degli anni trascorsi e per l’azione di malviventi che sempre più spesso sottraggono questi reperti alla loro collocazione originaria, per collezionismo o per lucro. Le modalità operative e metodologiche proposte sono quelle proprie dell’archeologia perché solo gli strumenti offerti da questa disciplina (di cui l’epigrafia è una branca fondamentale) ci permettono di comprendere appieno questi reperti e di trarre da essi tutte le informazioni possibili. L’epigrafe, anche della Grande Guerra, è a tutti gli effetti un reperto archeologico che va analizzato nel suo contesto storico e ambientale, nel suo rapporto fra testo, supporto e struttura che lo ospita. I casi di studio proposti nel volume dimostrano come questo nuovo approccio sia in grado di dare buoni e inaspettati frutti.

Allegati
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Autori

Marco Balbi
Marco Balbi, laureato in Lettere classiche presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano con una tesi in Archeologia medioevale, è fondatore e presidente della Società Storica per la Guerra Bianca di Milano. Responsabile del progetto Archeologia della Grande Guerra della Società, ne dirige l’omonima rivista AGG. Da anni si occupa di conflict archaeology, con particolare riferimento al Primo conflitto mondiale, e di tutela dei Beni storici della Grande guerra con saggi e relazioni in convegni. Sul tema dell’epigrafia di guerra ha scritto articoli e ha organizzato una mostra nel 2006 in collaborazione con il Parco naturale di Paneveggio – Pale di San Martino (Tn).

Santo De Dorigo
Santo De Dorigo, imprenditore turistico e collaboratore del museo “Marmolada Grande Guerra 3000 metri” di Serauta (Bl), è uno dei maggiori conoscitori del patrimonio epigrafico della Grande Guerra, tema su cui ha scritto articoli e tenuto conferenze. È responsabile, per conto della Società Storica per la Guerra Bianca di Milano, del censimento dei reperti epigrafici dal Lagorai alle Dolomiti orientali. Da anni applica la field survey archaeology ai siti della Guerra Bianca, in particolare sul Lagorai, con interessanti e inaspettati risultati pubblicati in articoli e saggi.