Sinossi

Negli ultimi anni in Italia si sono moltiplicate le riflessioni sull'Archeologia Pubblica, definizione che comprende tutte le attività di coinvolgimento del pubblico nei progetti di archeologia. Nella maggior parte dei casi, questo coinvolgimento è consistito nella comunicazione dei metodi archeologici e dei risultati degli scavi attraverso una serie di attività legate ai cantieri di scavo, soprattutto indirizzate ai giovani e agli appassionati. Nelle nostre “Summer Schools di Archeologia Partecipata” il coinvolgimento delle comunità locali (musei territoriali, associazioni culturali e singoli appassionati) è invece attivo, e prevede il contributo delle persone del luogo nelle varie fasi della ricerca: dall’individuazione dei temi di interesse, alla creazione di conoscenze per la tutela e la valorizzazione del patrimonio sia materiale (paesaggi, architetture, siti archeologici) che immateriale (saperi tradizionali, memorie storiche, folklore) con l'obiettivo di affrontare congiuntamente questioni relative alla conservazione del patrimonio, alla sostenibilità ambientale, alla salvaguardia della biodiversità. Nell’Oltresarca, territorio indagato nelle estati del 2016 e 2017, i paesaggi agrari, i pascoli e i boschi sono minacciati sia dal progressivo abbandono, con conseguenze sull’intero ecosistema, sia dalla monocoltura a vigneto, con il rischio di perdere, oltre alla biodiversità, anche i tradizionali paesaggi terrazzati, distrutti per permettere l’utilizzo dei trattori. Queste tematiche vengono affrontate utilizzando strumenti e metodi dell'archeologia dei paesaggi storici e sono presentate nella prima parte di questo volume. Una seconda parte è dedicata all’analisi dei metodi di coltivazione e sfruttamento delle cave dell'Oltresarca in rapporto allo studio dei centri urbani di Bolognano e Massone, con l’esame dei catasti storici, la catalogazione e l’analisi stratigrafica dell'edilizia storica conservata.

Allegati
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Autori

Alexandra Chavarria Arnau
Alexandra Chavarria Arnau è professore di Archeologia Medievale presso l'Università degli Studi di Padova, dove sviluppa ricerche relative al periodo tardoantico e altomedievale (insediamenti, chiese e cimiteri principalmente). Ha guidato progetti innovativi riguardanti lo studio archeologico di centri urbani medievali (es. Monselice-PD e il progetto ARMEP pubblicato nel volume 'Padova: Architetture medievali') e importanti scavi in Italia (Torba-Castelseprio - VA, Battistero del Duomo di Padova, Limone sul Garda, Maguzzano - BS, Campagna Lupia - PD). È una figura di spicco in Italia anche per le metodologie riguardanti i progetti di ricerca partecipata soprattutto in rapporto allo studio e la valorizzazione dei paesaggi storici. La sua formazione in Spagna, Germania e Italia le ha dato l'opportunità di sperimentare diversi ambienti di ricerca e quindi di stabilire forti legami scientifici in diversi paesi. Ha fondato nel 2011 ed è coeditore di una delle principali riviste della sua disciplina "European Journal of Post-Classical Archaeologies". Molte delle sue pubblicazioni ('Archeologia Post-Classica', 'Archeologia delle Chiese dalle origini all'anno Mille', 'Aristocrazie e campagne da Costantino a Carlo Magno'), sono attualmente utilizzate nei corsi di molte Università italiane.

Gian Pietro Brogiolo
Formazione interdisciplinare tra archeologia, storia e architetture presso le Università di Padova (laurea in storia nel 1968 con Carlo Guido Mor), Cattolica di Milano (perfezionamento in archeologia medievale nel 1974 con Michelangelo Cagiano de Azevedo), gruppi acheologici locali. Sette principali linee di ricerca tra progetti e approfondimenti teorici:

  • edizioni di fonti (tra cui Statuti del XV secolo di Polpenazze e Manerba nel 1973);
  • trasformazione delle campagne dalla protostoria all’età moderna tra: “archeologia globale” (territorio di Salò, anni ’70) , “archeologia della complessità” (progetto Alto Garda, 1998-2005), “archeologia dei paesaggi” (progetto APSAT, 2008-2013), “archeologia delle comunità rurali” e della sostenibilità (dal 2014);
  • città dal tardo antico al basso medioevo (Brescia 1980-1992; Padova 2007-2012);
  • castelli di prima e seconda generazione (Rocca di Manerba 1971-2009, Castelseprio-Torba 1977-2019, Monte Barro 1986-1997, Monselice 1989-1996, Garda 1998-2003);
  • chiese del primo millennio (con scavi di una ventina di chiese e codirezione, dal 1981, del Corpus Architecturae Religiosae Europeae);
  • archeologia delle architetture;
  • archeologia pubblica (dagli anni ’70), tra ricerca, tutela e divulgazione nelle successive vesti di archeologo volontario, funzionario, docente.

È stato team leader in numerosi progetti nazionali ed europei (tra cui Transformation of the Roman World e Charlemagne. The Making of Europe, 1998-2000, Memola 2014-2017), co-curatore di alcune mostre (tra cui tre sui Longobardi a Brescia 2000, Torino 2007, Pavia-Napoli-San Pietroburgo 2007), co-fondatore della Società degli Archeologi Medievisti Italiani della quale è stato presidente per due mandati (2004-2011). È autore di oltre 500 pubblicazioni. Già docente nella scuole medie (1967-1980), ispettore della Soprintendenza archeologica della Lombardia (1980-1985), libero professionista (1985-1992), professore di Archeologia Medievale nelle università di Siena e Padova (1992-2016), è attualmente archeologo volontario e co-direttore delle riviste "European Journal of PostClassical Archaeologies", "Archeologia Medievale", "Archeologia dell'Architettura" e delle collane "Documenti di Archeologia" e "Progetti di Archeologia", membro del comitato scientifico in altre riviste, socio degli Atenei di Brescia e Salò, accademico corrispondente dell’Acadèmia de Bones Lletres de Barcellona.

Marie-Ange Causarano
Laureata presso l'Università di Firenze in Archeologia Medievale, collaboro poi con l’Università di Siena, dove conseguo il Dottorato di Ricerca in Archeologia Medievale. Dal 2018 sono ricercatrice a tempo determinato (settore scientifico-disciplinare L-ANT/08 – Archeologia Cristiana e Medievale) presso l’Università degli Studi di Padova. Le tematiche di ricerca si concentrano nell'ambito dell'archeologia dell'architettura, con particolare attenzione allo studio del ciclo produttivo del costruire, dall’estrazione in cava, al cantiere, alle tecniche di lavorazione di epoca medievale, allo studio mensiocronologico dei materiali. Le ricerche si incentrano sull'edilizia pubblica, civile e religiosa dell’Italia centro-settentrionale e, nello specifico, sulle trasformazioni delle forme dell’abitare e sulle tecniche edilizie tra X-XV secolo sia in ambito rurale che urbano. In parallelo alle attività di ricerca, lavoro alla divulgazione e alla valorizzazione di siti e architetture tramite mostre e percorsi espositivi e museali. Dal 2001 sono socia della Società degli Archeologi Medievisti Italiani (SAMI); dal 2014 membro del comitato scientifico del Centro interdipartimentale per lo Studio dell'Ospedale di Santa Maria della Scala dell'Università degli Studi di Siena; dal 2019 socia dell’AISU (Associazione Italiana Storia Urbana). Collaboro, in qualità di referee, con le riviste Archeologia dell’Architettura, Hortus Artium Medievalium, Post-Classical Archaeologies e Studi e Ricerche di Storia dell’Architettura.

Sonia Schivo
Dopo la Specializzazione in Beni Archeologici con una tesi in archeologia dell’architettura, l’interesse di ricerca di Sonia Schivo in questo settore è proseguito grazie alla collaborazione con l’Insegnamento di Archeologia Medievale dell’Università degli Studi di Padova in progetti di archeologia partecipata sviluppati in diverse aree del nord Italia, il cui obiettivo è studiare i paesaggi storici e le relative architetture storiche, coinvolgendo nelle diverse fasi della ricerca la popolazione locale, le amministrazioni, le associazioni e le scuole. Da questi contesti nasce il suo progetto di dottorato, in corso, presso il Dipartimento dei Beni Culturali dell’Università di Padova, con una ricerca sulla percezione pubblica dell’archeologia e le variabili che la influenzano. La ricerca l’ha portata a specializzarsi nell’esecuzione di attività didattiche pluridisciplinari per le scuole, in particolare promuovendo i metodi dell’archeologia dell’architettura e del paesaggio come strumenti per favorire lo sviluppo di competenze attraverso un apprendimento significativo. Dal 2017 collabora nel settore editoriale di SAP Società Archeologica.