Ha un futuro il passato di Vobarno?

A cura di Gian Pietro Brogiolo

Progetti di Archeologia
2017, 262 pp.
Brossura, A4
ISBN: 9788899547141

€ 44,00
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Sinossi

Le ricerche sui paesaggi e sulle architetture di Vobarno sono state sviluppate a partire da una Summer School tenutasi nel luglio del 2015. Vi hanno partecipato studenti dell’Università di Padova e soci del gruppo culturale “Facciamo rivivere Vobarno”. Il risultato è una ricostruzione delle modalità di conquista e di gestione di un territorio nel corso di più di duemila anni. Un ecosistema trasformato dalla rivoluzione industriale che ha reso l’attività primaria meno remunerativa e dunque poco attraente sul piano sociale. Anche questa fase si è ora conclusa e ci attendono ancor più radicali cambiamenti, dovuti alla terziarizzazione dell’economia, alla globalizzazione e all’automazione dei processi produttivi. Di fronte a queste sfide, un territorio ancor ricco di un patrimonio storico e ambientale deve reinventarsi un proprio ruolo. Spetta alle istituzioni, ai gruppi sociali e alle associazioni che li rappresentano cercare nuovi percorsi, senza dimenticare il patrimonio di una comunità che studiosi, studenti e appassionati hanno cercato di raccontare.

Allegati
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Autore

Gian Pietro Brogiolo
Formazione interdisciplinare tra archeologia, storia e architetture presso le Università di Padova (laurea in storia nel 1968 con Carlo Guido Mor), Cattolica di Milano (perfezionamento in archeologia medievale nel 1974 con Michelangelo Cagiano de Azevedo), gruppi acheologici locali. Sette principali linee di ricerca tra progetti e approfondimenti teorici:

  • edizioni di fonti (tra cui Statuti del XV secolo di Polpenazze e Manerba nel 1973);
  • trasformazione delle campagne dalla protostoria all’età moderna tra: “archeologia globale” (territorio di Salò, anni ’70) , “archeologia della complessità” (progetto Alto Garda, 1998-2005), “archeologia dei paesaggi” (progetto APSAT, 2008-2013), “archeologia delle comunità rurali” e della sostenibilità (dal 2014);
  • città dal tardo antico al basso medioevo (Brescia 1980-1992; Padova 2007-2012);
  • castelli di prima e seconda generazione (Rocca di Manerba 1971-2009, Castelseprio-Torba 1977-2019, Monte Barro 1986-1997, Monselice 1989-1996, Garda 1998-2003);
  • chiese del primo millennio (con scavi di una ventina di chiese e codirezione, dal 1981, del Corpus Architecturae Religiosae Europeae);
  • archeologia delle architetture;
  • archeologia pubblica (dagli anni ’70), tra ricerca, tutela e divulgazione nelle successive vesti di archeologo volontario, funzionario, docente.

È stato team leader in numerosi progetti nazionali ed europei (tra cui Transformation of the Roman World e Charlemagne. The Making of Europe, 1998-2000, Memola 2014-2017), co-curatore di alcune mostre (tra cui tre sui Longobardi a Brescia 2000, Torino 2007, Pavia-Napoli-San Pietroburgo 2007), co-fondatore della Società degli Archeologi Medievisti Italiani della quale è stato presidente per due mandati (2004-2011). È autore di oltre 500 pubblicazioni. Già docente nella scuole medie (1967-1980), ispettore della Soprintendenza archeologica della Lombardia (1980-1985), libero professionista (1985-1992), professore di Archeologia Medievale nelle università di Siena e Padova (1992-2016), è attualmente archeologo volontario e co-direttore delle riviste "European Journal of PostClassical Archaeologies", "Archeologia Medievale", "Archeologia dell'Architettura" e delle collane "Documenti di Archeologia" e "Progetti di Archeologia", membro del comitato scientifico in altre riviste, socio degli Atenei di Brescia e Salò, accademico corrispondente dell’Acadèmia de Bones Lletres de Barcellona.