Sinossi

In un momento storico, quale l’attuale, nel quale rapidamente scompaiono le competenze acquisite dall’uomo nella sua lunghissima storia, indagare e salvare il patrimonio del passato è possibile attraverso un duplice percorso di “archeologia partecipata” e “archeologia della complessità”. A Drena, la Summer School “All’ombra del castello. Il paesaggio storico della comunità di Drena” (Drena (TN), 17-23 maggio 2015), organizzata dall’Università di Padova in collaborazione con il MAG Museo Alto Garda, è stata un’occasione di incontro tra ricerca scientifica e comunità locale. Studenti e ricercatori hanno collaborato con chi vive e lavora nel territorio di Drena, per recuperare le memorie dei luoghi, costruendo in tal modo una storia locale condivisa. La complessità dello studio del paesaggio storico ha richiesto un approccio sistemico, fondato su un’analisi dei singoli elementi e delle relazioni che ne modificano il valore ed i significati nel corso della storia. Un territorio è un palinsesto nel quale si conservano tutte le tracce dell’attività dell’uomo, pur con diversa visibilità. Alcune sono assai evidenti, come il castello di Drena, altre richiedono interpretazione come i nomi dei luoghi, le forme dei campi, i documenti scritti. La ricerca muove dunque da un’indagine “etnoarcheologica”, condotta a Drena con la collaborazione della popolazione locale, e prosegue poi con altre storie, desunte dalle fonti scritte, dai nomi dei luoghi, dai paesaggi antropizzati e dalle architetture, tra le quali il castello è certo il monumento più ricco di memoria millenaria.

Allegati
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Autore

Gian Pietro Brogiolo
Formazione interdisciplinare tra archeologia, storia e architetture presso le Università di Padova (laurea in storia nel 1968 con Carlo Guido Mor), Cattolica di Milano (perfezionamento in archeologia medievale nel 1974 con Michelangelo Cagiano de Azevedo), gruppi acheologici locali. Sette principali linee di ricerca tra progetti e approfondimenti teorici:

  • edizioni di fonti (tra cui Statuti del XV secolo di Polpenazze e Manerba nel 1973);
  • trasformazione delle campagne dalla protostoria all’età moderna tra: “archeologia globale” (territorio di Salò, anni ’70) , “archeologia della complessità” (progetto Alto Garda, 1998-2005), “archeologia dei paesaggi” (progetto APSAT, 2008-2013), “archeologia delle comunità rurali” e della sostenibilità (dal 2014);
  • città dal tardo antico al basso medioevo (Brescia 1980-1992; Padova 2007-2012);
  • castelli di prima e seconda generazione (Rocca di Manerba 1971-2009, Castelseprio-Torba 1977-2019, Monte Barro 1986-1997, Monselice 1989-1996, Garda 1998-2003);
  • chiese del primo millennio (con scavi di una ventina di chiese e codirezione, dal 1981, del Corpus Architecturae Religiosae Europeae);
  • archeologia delle architetture;
  • archeologia pubblica (dagli anni ’70), tra ricerca, tutela e divulgazione nelle successive vesti di archeologo volontario, funzionario, docente.

È stato team leader in numerosi progetti nazionali ed europei (tra cui Transformation of the Roman World e Charlemagne. The Making of Europe, 1998-2000, Memola 2014-2017), co-curatore di alcune mostre (tra cui tre sui Longobardi a Brescia 2000, Torino 2007, Pavia-Napoli-San Pietroburgo 2007), co-fondatore della Società degli Archeologi Medievisti Italiani della quale è stato presidente per due mandati (2004-2011). È autore di oltre 500 pubblicazioni. Già docente nella scuole medie (1967-1980), ispettore della Soprintendenza archeologica della Lombardia (1980-1985), libero professionista (1985-1992), professore di Archeologia Medievale nelle università di Siena e Padova (1992-2016), è attualmente archeologo volontario e co-direttore delle riviste "European Journal of PostClassical Archaeologies", "Archeologia Medievale", "Archeologia dell'Architettura" e delle collane "Documenti di Archeologia" e "Progetti di Archeologia", membro del comitato scientifico in altre riviste, socio degli Atenei di Brescia e Salò, accademico corrispondente dell’Acadèmia de Bones Lletres de Barcellona.