
Campi nel Sommolago Gardesano
Etnoarcheologia di una comunità di montagna
Progetti di Archeologia
2014, 240 pagine, stampa a colori, brossura.
ISBN: 9788887115949
€ 42,00
Fino agli anni ‘50 del secolo scorso, in molte aree marginali dell’arco alpino sopravvivevano consuetudini e pratiche di sfruttamento delle risorse del territorio la cui origine risale nel tempo, e quanto addietro è compito dell’archeologia scoprirlo. Ne consegue peraltro che chi ha più di 60-70 anni ne conserva nella memoria il ricordo e può offrire una testimonianza diretta che, se non raccolta ora, andrà persa per sempre. Per mettere a confronto e far interagire gli strumenti sofisticati dell’archeologia e la memoria storica locale è stato scelto il territorio di Campi, che corrisponde ad una valle sospesa nell’entroterra di Riva del Garda. Un piccolo spazio geografico, nel quale però è possibile risalire fino al III secolo a.C. nel ricercare (attraverso i dati archeologici, la toponomastica, le forme delle divisioni agrarie e delle architetture) le tracce di insediamenti, paesaggi agrari e paesaggi dell’incolto. Dal XIII secolo le fonti scritte aggiungono nuove più dettagliate informazioni, che consentono di delineare con maggior precisione gli spazi produttivi di una comunità che si è ulteriormente ampliata nel XVI secolo, quando ha assunto quella dimensione demografica di due-trecento persone e quell’organizzazione sociale che si è mantenuta fino alla prima metà del XIX secolo. Questa storia, promossa dal MAG Museo Alto Garda, è stata ricostruita da un gruppo di 14 studenti del corso di laurea magistrale e della Scuola di specializzazione dell’Università di Padova e dagli abitanti di Campi in una settimana di intenso lavoro, dal 4 al 10 maggio 2014, durante la quale le ricognizioni sul terreno e in archivio e le interviste agli abitanti si sono quotidianamente alternate a lezioni seminariali e momenti di confronto e di discussione: un modo diverso di concepire la didattica e la ricerca coinvolgendo una comunità locale nella conoscenza e nella conservazione di quanto rimane del suo passato.
Gian Pietro Brogiolo
Formazione interdisciplinare tra archeologia, storia e architetture presso le Università di Padova (laurea in storia nel 1968 con Carlo Guido Mor), Cattolica di Milano (perfezionamento in archeologia medievale nel 1974 con Michelangelo Cagiano de Azevedo), gruppi acheologici locali.
Sette principali linee di ricerca tra progetti e approfondimenti teorici:
È stato team leader in numerosi progetti nazionali ed europei (tra cui Transformation of the Roman World e Charlemagne. The Making of Europe, 1998-2000, Memola 2014-2017), co-curatore di alcune mostre (tra cui tre sui Longobardi a Brescia 2000, Torino 2007, Pavia-Napoli-San Pietroburgo 2007), co-fondatore della Società degli Archeologi Medievisti Italiani della quale è stato presidente per due mandati (2004-2011). È autore di oltre 500 pubblicazioni. Già docente nella scuole medie (1967-1980), ispettore della Soprintendenza archeologica della Lombardia (1980-1985), libero professionista (1985-1992), professore di Archeologia Medievale nelle università di Siena e Padova (1992-2016), è attualmente archeologo volontario e co-direttore delle riviste "European Journal of PostClassical Archaeologies", "Archeologia Medievale", "Archeologia dell'Architettura" e delle collane "Documenti di Archeologia" e "Progetti di Archeologia", membro del comitato scientifico in altre riviste, socio degli Atenei di Brescia e Salò, accademico corrispondente dell’Acadèmia de Bones Lletres de Barcellona.
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