Sinossi

I volumi decimo e undicesimo del progetto APSAT (Ambiente e Paesaggi dei Siti d’Altura Trentini) censiscono le chiese e le architetture cristiane che, in un arco di circa 800 anni, compreso tra il V-VI e la metà del XIII secolo, si sono inserite nel paesaggio del Trentino, divenendone un rilevante punto di riferimento. Il corpus contiene oltre 200 schede che, in forma sistematica, raccolgono i dati di altrettanti edifici ripartiti in 59 pievi e in 6 macroraggruppamenti secondo una rappresentazione geografica che deriva da elenchi del tardo XIII secolo, con necessari aggiustamenti. I confini dell’attuale provincia ecclesiastica di Trento non sono infatti quelli di allora, ma frutto di progressive sistemazioni e adeguamenti (il più recente del 1964) che hanno scorporato e riunito ambiti in precedenza pertinenti alle diocesi di Bressanone, Feltre, Verona e Brescia. Per ogni pieve un cappello introduttivo fornisce un inquadramento storico entro cui le singole chiese – per quanto possibile – si posizionano in riferimento ad una rete di cura d’anima, di assetti demografici e di devozione. Precedono il corpus quattro saggi che considerano il paesaggio dei luoghi di culto da vari profili (storico, architettonico, degli apparati di arredo e artistici).

Allegati
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Autori

Gian Pietro Brogiolo
Formazione interdisciplinare tra archeologia, storia e architetture presso le Università di Padova (laurea in storia nel 1968 con Carlo Guido Mor), Cattolica di Milano (perfezionamento in archeologia medievale nel 1974 con Michelangelo Cagiano de Azevedo), gruppi acheologici locali. Sette principali linee di ricerca tra progetti e approfondimenti teorici:

  • edizioni di fonti (tra cui Statuti del XV secolo di Polpenazze e Manerba nel 1973);
  • trasformazione delle campagne dalla protostoria all’età moderna tra: “archeologia globale” (territorio di Salò, anni ’70) , “archeologia della complessità” (progetto Alto Garda, 1998-2005), “archeologia dei paesaggi” (progetto APSAT, 2008-2013), “archeologia delle comunità rurali” e della sostenibilità (dal 2014);
  • città dal tardo antico al basso medioevo (Brescia 1980-1992; Padova 2007-2012);
  • castelli di prima e seconda generazione (Rocca di Manerba 1971-2009, Castelseprio-Torba 1977-2019, Monte Barro 1986-1997, Monselice 1989-1996, Garda 1998-2003);
  • chiese del primo millennio (con scavi di una ventina di chiese e codirezione, dal 1981, del Corpus Architecturae Religiosae Europeae);
  • archeologia delle architetture;
  • archeologia pubblica (dagli anni ’70), tra ricerca, tutela e divulgazione nelle successive vesti di archeologo volontario, funzionario, docente.

È stato team leader in numerosi progetti nazionali ed europei (tra cui Transformation of the Roman World e Charlemagne. The Making of Europe, 1998-2000, Memola 2014-2017), co-curatore di alcune mostre (tra cui tre sui Longobardi a Brescia 2000, Torino 2007, Pavia-Napoli-San Pietroburgo 2007), co-fondatore della Società degli Archeologi Medievisti Italiani della quale è stato presidente per due mandati (2004-2011). È autore di oltre 500 pubblicazioni. Già docente nella scuole medie (1967-1980), ispettore della Soprintendenza archeologica della Lombardia (1980-1985), libero professionista (1985-1992), professore di Archeologia Medievale nelle università di Siena e Padova (1992-2016), è attualmente archeologo volontario e co-direttore delle riviste "European Journal of PostClassical Archaeologies", "Archeologia Medievale", "Archeologia dell'Architettura" e delle collane "Documenti di Archeologia" e "Progetti di Archeologia", membro del comitato scientifico in altre riviste, socio degli Atenei di Brescia e Salò, accademico corrispondente dell’Acadèmia de Bones Lletres de Barcellona.

Matteo Rapanà
Laureato al Corso di Laurea Triennale in Conservazione dei Beni Culturali presso l'Università di Trento e al Corso di Laurea Magistrale in Archeologia presso l'Università di Padova, ha proseguito gli studi frequentando il Master World Heritage Natural Management organizzato dalla Trento School of Management a Trento e il Master Universitario di II livello in Didattica Museale Generale presso l'Università Roma Tre. Collaborato con musei, università, soprintendenze ed enti pubblici e privati nelle attività di ricerca, divulgazione e valorizzazione del patrimonio culturale, con particolare attenzione all'utilizzo delle nuove tecnologie digitali. Autore di numerosi pubblicazioni e interventi di storia e archeologia del settore alpino, si occupa di viabilità storica, archeologia dell’architettura e archeologia dei paesaggi. Le sue ultime ricerche hanno riguardato il rapporto tra uomo e ambiente montano con lo scopo di ricostruire le dinamiche che hanno portato alla formazione del paesaggio attuale. Dal 2019 è Responsabile al MAG - Museo Alto Garda a Riva del Garda, museo che si occupa della ricerca e della valorizzazione del patrimonio storico, artistico e archeologico del territorio affacciato sulla sponda settentrionale del Lago di Garda. È membro del Direttivo della Società di Studi Trentini di Scienze Storiche.