Sinossi

Il progetto APSAT (‘Ambiente e Paesaggi dei Siti d’Altura Trentini’), finanziato dalla Provincia autonoma di Trento, ha concentrato le proprie attenzioni sullo studio delle interazioni tra paesaggi antropici e ambiente naturale, cercando di comprendere come natura e cultura si siano intrecciate nel corso del tempo, dando così origine all'attuale assetto del territorio. Questa seconda monografia del progetto si innesta sulle tematiche del primo volume (‘Teoria e metodi della ricerca sui paesaggi d'altura’), proponendo una serie di saggi incentrati sull'analisi dei paesaggi (agrari, silvo-pastorali, minerari, etc.), sugli aspetti metodologici per lo studio delle aree d'altura e sulle modalità di utilizzo del territorio a partire dalle prime tracce di presenza umana in Trentino fino all'età contemporanea. Completano il volume alcuni casi di studio su settori specifici del territorio trentino, elaborati da giovani ricercatori coinvolti nel progetto.

Allegati
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Autori

Gian Pietro Brogiolo
Formazione interdisciplinare tra archeologia, storia e architetture presso le Università di Padova (laurea in storia nel 1968 con Carlo Guido Mor), Cattolica di Milano (perfezionamento in archeologia medievale nel 1974 con Michelangelo Cagiano de Azevedo), gruppi acheologici locali. Sette principali linee di ricerca tra progetti e approfondimenti teorici:

  • edizioni di fonti (tra cui Statuti del XV secolo di Polpenazze e Manerba nel 1973);
  • trasformazione delle campagne dalla protostoria all’età moderna tra: “archeologia globale” (territorio di Salò, anni ’70) , “archeologia della complessità” (progetto Alto Garda, 1998-2005), “archeologia dei paesaggi” (progetto APSAT, 2008-2013), “archeologia delle comunità rurali” e della sostenibilità (dal 2014);
  • città dal tardo antico al basso medioevo (Brescia 1980-1992; Padova 2007-2012);
  • castelli di prima e seconda generazione (Rocca di Manerba 1971-2009, Castelseprio-Torba 1977-2019, Monte Barro 1986-1997, Monselice 1989-1996, Garda 1998-2003);
  • chiese del primo millennio (con scavi di una ventina di chiese e codirezione, dal 1981, del Corpus Architecturae Religiosae Europeae);
  • archeologia delle architetture;
  • archeologia pubblica (dagli anni ’70), tra ricerca, tutela e divulgazione nelle successive vesti di archeologo volontario, funzionario, docente.

È stato team leader in numerosi progetti nazionali ed europei (tra cui Transformation of the Roman World e Charlemagne. The Making of Europe, 1998-2000, Memola 2014-2017), co-curatore di alcune mostre (tra cui tre sui Longobardi a Brescia 2000, Torino 2007, Pavia-Napoli-San Pietroburgo 2007), co-fondatore della Società degli Archeologi Medievisti Italiani della quale è stato presidente per due mandati (2004-2011). È autore di oltre 500 pubblicazioni. Già docente nella scuole medie (1967-1980), ispettore della Soprintendenza archeologica della Lombardia (1980-1985), libero professionista (1985-1992), professore di Archeologia Medievale nelle università di Siena e Padova (1992-2016), è attualmente archeologo volontario e co-direttore delle riviste "European Journal of PostClassical Archaeologies", "Archeologia Medievale", "Archeologia dell'Architettura" e delle collane "Documenti di Archeologia" e "Progetti di Archeologia", membro del comitato scientifico in altre riviste, socio degli Atenei di Brescia e Salò, accademico corrispondente dell’Acadèmia de Bones Lletres de Barcellona.

Diego E. Angelucci
Diego E. Angelucci (Bergamo, 1965), geoarcheologo, Dottore di Ricerca, è professore di Metodologie della ricerca archeologica all'Università di Trento, dove è arrivato per chiamata diretta nel 2009 dopo anni trascorsi all'estero come ricercatore presso la URV (Catalogna), lo IPA (Instituto Português de Arqueologia, Portogallo) e il CENIEH (Centro Nacional de Investigación sobre la Evolución Humana, Spagna). A Trento è stato inoltre Coordinatore del Dottorato Culture d'Europa. Ambiente, spazi, storie, arti, idee. Le sue attività di ricerca riguardano la stratigrafia e i processi di formazione del record archeologico, la micromorfologia archeologica, l’archeologia degli ambienti montani e del Paleo-Mesolitico europeo. Ha preso parte, come direttore o ricercatore, a programmi di ricerca in Italia, Spagna, Portogallo, Grecia e Oman; attualmente è coinvolto in progetti sulla transizione Paleolitico Medio-Superiore della Penisola Iberica e sullo sfruttamento delle montagne alpine a fini pastorali. Autore di circa duecento contributi scientifici (tra questi una trentina di articoli in riviste internazionali peer-reviewed) e divulgativi e revisore per riviste, case editrici e istituzioni nazionali e internazionali, ha diretto decine di tesi di ambito archeologico e tenuto seminari e conferenze (anche divulgative) in più Paesi; organizza annualmente Archeodays – incontro di archeologia all'Università di Trento.

Fotografia di Romano Magrone. ORCID: 0000-0001-7411-261X Publons ID: K-6699-2014

Matteo Rapanà
Laureato al Corso di Laurea Triennale in Conservazione dei Beni Culturali presso l'Università di Trento e al Corso di Laurea Magistrale in Archeologia presso l'Università di Padova, ha proseguito gli studi frequentando il Master World Heritage Natural Management organizzato dalla Trento School of Management a Trento e il Master Universitario di II livello in Didattica Museale Generale presso l'Università Roma Tre. Collaborato con musei, università, soprintendenze ed enti pubblici e privati nelle attività di ricerca, divulgazione e valorizzazione del patrimonio culturale, con particolare attenzione all'utilizzo delle nuove tecnologie digitali. Autore di numerosi pubblicazioni e interventi di storia e archeologia del settore alpino, si occupa di viabilità storica, archeologia dell’architettura e archeologia dei paesaggi. Le sue ultime ricerche hanno riguardato il rapporto tra uomo e ambiente montano con lo scopo di ricostruire le dinamiche che hanno portato alla formazione del paesaggio attuale. Dal 2019 è Responsabile al MAG - Museo Alto Garda a Riva del Garda, museo che si occupa della ricerca e della valorizzazione del patrimonio storico, artistico e archeologico del territorio affacciato sulla sponda settentrionale del Lago di Garda. È membro del Direttivo della Società di Studi Trentini di Scienze Storiche.