
Archeologia e storia della chiesa di San Pietro di Tignale
Documenti di archeologia, 39
2005, 134 pp.
Brossura, A4
ISBN: 9788887115468
€ 26,50
La chiesa di San Pietro di Tignale, comune dell’Alto Garda bresciano è ubicata a 200 metri circa a est dell’abitato attuale che, sviluppatosi su un dosso denominato “castello”, ha restituito ceramiche dalla media età del bronzo alla prima età del ferro e poi ancora di epoca romana. La prima notizia dell’edificio si trova nel privilegio papale di Urbano III del 1187, ma già prima dell’inizio dell’indagine archeologica due manufatti di età altomedievale ne suggerivano una ben più antica origine. La sequenza archeologica, indagata con scavo nel 2003, comprende diverse attività, da un momento precedente la costruzione dell'edificio di culto, fino al XX secolo.
Gian Pietro Brogiolo
Formazione interdisciplinare tra archeologia, storia e architetture presso le Università di Padova (laurea in storia nel 1968 con Carlo Guido Mor), Cattolica di Milano (perfezionamento in archeologia medievale nel 1974 con Michelangelo Cagiano de Azevedo), gruppi acheologici locali.
Sette principali linee di ricerca tra progetti e approfondimenti teorici:
È stato team leader in numerosi progetti nazionali ed europei (tra cui Transformation of the Roman World e Charlemagne. The Making of Europe, 1998-2000, Memola 2014-2017), co-curatore di alcune mostre (tra cui tre sui Longobardi a Brescia 2000, Torino 2007, Pavia-Napoli-San Pietroburgo 2007), co-fondatore della Società degli Archeologi Medievisti Italiani della quale è stato presidente per due mandati (2004-2011). È autore di oltre 500 pubblicazioni. Già docente nella scuole medie (1967-1980), ispettore della Soprintendenza archeologica della Lombardia (1980-1985), libero professionista (1985-1992), professore di Archeologia Medievale nelle università di Siena e Padova (1992-2016), è attualmente archeologo volontario e co-direttore delle riviste "European Journal of PostClassical Archaeologies", "Archeologia Medievale", "Archeologia dell'Architettura" e delle collane "Documenti di Archeologia" e "Progetti di Archeologia", membro del comitato scientifico in altre riviste, socio degli Atenei di Brescia e Salò, accademico corrispondente dell’Acadèmia de Bones Lletres de Barcellona.
Paola Marina De Marchi
P. Marina De Marchi, medievista, ha studiato e pubblicato in particolare manufatti longobardi ed altomedievali e i loro contesti anche a scala territoriale e organizzazione sociale, collaborando quindi con numerosi musei lombardi e università (Milano, Brescia, Bergamo, Varese, Arsago Seprio, Padova), affiancandosi inoltre a numerosi scavi riguardanti contesti cimiteriali (Leno, Pava, Monselice, Montichiari), castellani (Monte Barro, Castelseprio), di edifici di culto (Noli, Castelseprio, Torba). Ha partecipato alla organizzazione di mostre dedicate ai Longobardi, tra queste I Longobardi in Lombardia (1978), Il futuro dei Longobardi (Brescia, 2001), Bizantini, Croati e Carolingi. Alba e tramonto di regni e imperi (Brescia, 2002). Ha partecipato a numerosi seminari e convegni. Da sola o in collaborazione con altri studiosi ha curato, tra le altre, le pubblicazioni: Castelseprio e Torba. Storia delle ricerche e aggiornamenti (Mantova, SAP 2013), con M. Palazzo, La Basiica di Santa Maria Maggiore di Lomello: l’architettura e il ciclo decorativo in stucco (Firenze, Edifir, MiBACT, 2014), Più recentemente con G.P. Brogiolo, I Longobardi a nord di Milano. Centri di potere tra Adda e Ticino, IV Incontro per l’Archeologia barbarica 4, Cairate (Varese), (Mantova Sap 2020).
E’ stata conservatore al Civico Museo Archeologico di Milano, ha diretto i Musei di Varese, ed infine ha diretto e gestito l’area archeologica di Castelseprio, portandola al riconoscimento di sito Patrimonio dell’Umanità-UNESCO.
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