Gli scavi al Battistero di Mantova (1984 - 1987)

A cura di Gian Pietro Brogiolo

Documenti di archeologia, 34
2004, 164 pp., 119 in b/n, XX tavole in b/n

ISBN: 9788887115413

€ 26,50
  • Aggiungi al carrello Aggiungi al carrello Aggiungi al carrello
Sinossi

Il centro episcopale è uno dei luoghi privilegiati per indagare la storia della città tra tarda antichità e altomedioevo. Lo è ancora di più per Mantova dove la lacuna delle fonti, sia scritte sia archeologiche, lascia ancora nel buio molti aspetti delle trasformazioni avvenute nell’età di transizione. La più rilevante, tra quelle documentate è la contrazione della città, a seguito della costruzione delle mura che cingevano almeno il lato sud (via Accademia) e quello ovest (nell’area del seminario e dell’Istituto Martini) del nucleo urbano. Una città ritratta per meglio assumere una funzione strategica a protezione della capitale Ravenna, forse già nel V secolo, certamente attorno al 540, quando i territori a nord del Po si vennero a trovare sotto il controllo non solo delle sacche di resistenza gote, ma anche dei Franchi, scesi dalle vallate alpine verso il Pedemonte veneto e lombardo.

Allegati
  • Leggi le prime pagine Leggi le prime pagine Leggi le prime pagine
Autori

Gian Pietro Brogiolo
Formazione interdisciplinare tra archeologia, storia e architetture presso le Università di Padova (laurea in storia nel 1968 con Carlo Guido Mor), Cattolica di Milano (perfezionamento in archeologia medievale nel 1974 con Michelangelo Cagiano de Azevedo), gruppi acheologici locali. Sette principali linee di ricerca tra progetti e approfondimenti teorici:

  • edizioni di fonti (tra cui Statuti del XV secolo di Polpenazze e Manerba nel 1973);
  • trasformazione delle campagne dalla protostoria all’età moderna tra: “archeologia globale” (territorio di Salò, anni ’70) , “archeologia della complessità” (progetto Alto Garda, 1998-2005), “archeologia dei paesaggi” (progetto APSAT, 2008-2013), “archeologia delle comunità rurali” e della sostenibilità (dal 2014);
  • città dal tardo antico al basso medioevo (Brescia 1980-1992; Padova 2007-2012);
  • castelli di prima e seconda generazione (Rocca di Manerba 1971-2009, Castelseprio-Torba 1977-2019, Monte Barro 1986-1997, Monselice 1989-1996, Garda 1998-2003);
  • chiese del primo millennio (con scavi di una ventina di chiese e codirezione, dal 1981, del Corpus Architecturae Religiosae Europeae);
  • archeologia delle architetture;
  • archeologia pubblica (dagli anni ’70), tra ricerca, tutela e divulgazione nelle successive vesti di archeologo volontario, funzionario, docente.

È stato team leader in numerosi progetti nazionali ed europei (tra cui Transformation of the Roman World e Charlemagne. The Making of Europe, 1998-2000, Memola 2014-2017), co-curatore di alcune mostre (tra cui tre sui Longobardi a Brescia 2000, Torino 2007, Pavia-Napoli-San Pietroburgo 2007), co-fondatore della Società degli Archeologi Medievisti Italiani della quale è stato presidente per due mandati (2004-2011). È autore di oltre 500 pubblicazioni. Già docente nella scuole medie (1967-1980), ispettore della Soprintendenza archeologica della Lombardia (1980-1985), libero professionista (1985-1992), professore di Archeologia Medievale nelle università di Siena e Padova (1992-2016), è attualmente archeologo volontario e co-direttore delle riviste "European Journal of PostClassical Archaeologies", "Archeologia Medievale", "Archeologia dell'Architettura" e delle collane "Documenti di Archeologia" e "Progetti di Archeologia", membro del comitato scientifico in altre riviste, socio degli Atenei di Brescia e Salò, accademico corrispondente dell’Acadèmia de Bones Lletres de Barcellona.

Alberto Manicardi
Alberto Manicardi dal 1984 archeologo, è socio fondatore di SAP società archeologica srl, specializzato in archeologia tardoantica e medievale. Numerose sono le attività svolte soprattutto nell’ambito dell’archeologia d’emergenza e preventiva, con qualifica di direttore tecnico dal 1995, in particolare nei territori veneti e lombardi. Ideatore e fondatore del Centro per la Fruizione del Patrimonio Archeologico dell’Oltrepò Mantovano, territorio del quale ha coordinato la stesura della prima carta archeologica. Attualmente è membro della cabina di regia della Riserva MaB UNESCO “Po Grande”.